martedì 10 novembre 2009

intervista di Piera Codognotto della Biblioteca dei Ragazzi di Firenze ad Ornella Esposito

Piera - Come è capitato che insegni a 'leggere' ai grandi?
Ornella - Ho sempre amato leggere, fin da piccola mi isolavo da qualche parte e leggevo, niente poteva distrarmi dal farlo, era il mio angolo di pace, il mio tempio dei paesi lontani e inaccessibili, il luogo delle storie non vissute, dei personaggi che non potevo trovare nella realtà. Ho cominciato con i fumetti, per casa girava "Linus" e così ho imparato a leggere in modo fotografico, anzi, cinematografico. Questo modo di leggere mi è rimasto per tutta la vita, mentre leggo si creano delle immagini dentro di me che nessun film può eguagliare. Ugualmente avviene per i miei sogni, che ho imparato col tempo a fissare nella memoria, tanto che alcuni li faccio a puntate, come i tele-films. Ci sono dei luoghi nei miei sogni che continuo a visitare negli anni, delle case che continuamente ri-arredo o vi aggiungo soltanto un quadro, o una pianta... Perché sto dicendo questo? Perché quando ciò che leggo esce fuori dalla mia testa e se ne va in giro per questo mondo reale, ho la necessità che lo faccia nel modo più ricco possibile, più immaginifico. Quindi cerco di leggere al meglio e ho appreso qua e là dai maestri che ho incontrato, piccoli trucchi, esercizi di stile (come disse un grande scrittore) che ora, alla mia età è giunto il momento di condividere con altri, e siccome non è mai troppo tardi per imparare insegno a farlo ai "grandi".
Che problemi abbiamo noi 'grandi' con la voce ?
Non ci sarebbe nessun problema. O meglio il problema è che i grandi si sono congelati perché pensano di avere una sola voce. Le voci sono tante e loro se ne sono dimenticate, perché credono di essere un tutt'uno già concluso, finito, determinato. Non sono come i bambini che accolgono ogni cosa che incontrano e la fanno loro, la trasformano, la digeriscono e così facendo la portano ancora in giro. Siamo nell'era dell'acquisto non dello scambio. Che c'entra la voce? C'entra c'entra, perché se la voce è una sola, come può questa sostenere ed esprimere i miliardi di attimi unici e diversi che costituiscono la nostra vita, attimi di gioia, di dolore, di passione, di paura, di noia, di disperazione, di felicità di di di Insomma, bisogna lasciare che le mille voci del nostro petto, della nostra pancia e del nostro cuore si esprimano liberamente e non rimangano in gabbia nella nostra gola come un povero uccellino intrappolato.
E col leggere?
Quando si legge ad un pubblico, ci si espone non solo all'elogio ma anche alla disapprovazione, in ogni caso si dice: "Sono qui, sono io che sto leggendo, voltatevi tutti, guardatemi, ascoltatemi!" Bisogna essere coraggiosi per farlo, in questo mondo in cui siamo talmente tanti che non sappiamo neanche più contarci. Spesso i grandi spingono i piccoli a non essere timidi, perché da molto tempo hanno perso la forza di essere, di essere protagonisti di un gioco da fare tutti insieme dove si vince e si perde. I grandi non hanno imparato a perdere, hanno solo imparato a nascondere la loro delusione, tutti vorrebbero vincere. E allora, leggono in pubblico impauriti ma senza far vedere che lo sono. Io dico: "non abbiate paura, mostratevi! E' divertente!!!!"
Quando hai scoperto i libri per bambini?
Quando ero bambina.
Con il mio lavoro, che è recitare, cioè giocare, è molto importante ricordarsi di essere ancora bambini e così cerco di non dimenticarlo mai. Poi, sono una donna fortunata, sono mamma di due bellissimi bambini, un maschio ed una femmina e con loro ho potuto continuare a leggere libri per bambini, gliel'ho messi sotto il naso che ancora non gattonavano, gli scaffali della loro libreria crescevano insieme alla loro altezza, così che avessero sempre a portata di mano libri da guardare, annusare, sbavarci sopra e poi leggere. Comunque i libri per bambini sono bellissimi!!!!!
Perché ti piacciono tanto le fiabe?
Mi piacciono: le fiabe, le storie, le favole, le leggende, i miti, i racconti, i romanzi, i pettegolezzi. Ho sempre pensato: questa vita è troppo breve, e l'ho pensato fin da quando ho memoria di me. Come fare per vivere tutte quelle cose che non potrò mai fare? L'unico modo è fare proprie, storie o vite, di altri.. Ecco fatto!
Quale è la tua preferita?
No. Non risponderò mai a questa domanda, perché non conosco la risposta.
So che fai corsi di teatro per bambini anche piccoli
Si, anche se non ne avrebbero bisogno. Ma siccome i bambini adesso non hanno più né uno spazio né un luogo dove stare liberi a giocare e inventare, parlare anche a vanvera ed essere ascoltato o lanciato in aria, allora io e la mia amica e collega Alessandra abbiamo deciso di fare corsi anche per bambini, che detto tra noi sono molto più bravi dei grandi!
Più movimento/ o +suono?
Se ti muovi farai sicuramente un suono o anche un non-suono che è un silenzio, se fai un suono sicuramente ti muoverai. Il cuore batte, è un tamburo!
Avete organizzato una rassegna di spettacoli adatti a spazi piccoli: mancava?
Spazi piccoli per piccoli spettatori. Possiamo guardare in faccia i nostri spettatori e parlare o giocare con loro. Loro possono rispondere, ridere, prenderci in giro, dirci che siamo scimuniti, spaventarsi terribilmente e terribilmente sganasciarsi per qualche disavventura che coglie i nostri personaggi. Possono pensare: "Questi adulti sono fuori di melone, hanno paura anche loro, ma sono anche coraggiosi, fanno le puzze, ma anche impugnano spade di fuoco contro orchi assassini e sono proprio davanti a me, e dopo lo spettacolo posso andare a vederli meglio da vicino." Comunque, è bello che grandi e bambini si ritrovino insieme a guardare qualcosa che non sia il solito schermo. Il teatro non sarà mai spettacolare come il cinema, ma ho visto bambini impassibili di fronte ad orchi mostruosi sullo schermo gridare di paura per un guanto bianco di cotone. Qualcosa vorrà pur dire!!
Desideri per l'anno prossimo?
Continuare a fare il mio lavoro. Perché anche le persone sono come i libri, non sono mai uguali una all'altra ed io ne incontro tante di persone: piccole e grandi!

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